Omeopatia Unicista

Omeopatia Unicista: Cos’è e Come Funziona

La medicina classica, quella che adotta un approccio scientifico alla malattia, ha da sempre visto la concorrenza di discipline alternative che cercano altre strade per alleviare i sintomi e le sofferenze dei pazienti. Tra queste, quella di più ampio respiro è decisamente l’omeopatia, che a sua volta presenta diversi filoni.

Quella più tradizionale, detta anche omeopatia unicista, è un’arte medica che predica un semplice principio, secondo cui ogni cosa si cura con qualcosa di simile al rimedio efficace per qualche altro sintomo somigliante: in pratica, il simile si cura con il simile. Il processo terapeutico ha inizio dall’anamnesi, durante la quale il medico cerca il miasma rilevante, attraverso un colloquio mirato che può anche avere una durata pari a un’ora, affinché venga svolto in modo accurato. Di seguito vedremo nel dettaglio come opera l’omeopatia unicista.

Cos’è l’Omeopatia Unicista

Cercare di comporre una definizione esaustiva che sia in grado di abbracciare ogni caratteristica propria dell’omeopatia unicista è un’operazione piuttosto complessa. In ogni caso, un punto fermo di estrema importanza per questa disciplina è costituito dall’obiettivo che essa si pone di perseguire, ovvero identificare un rimedio specifico che si adatti alla perfezione al singolo paziente, nel pieno rispetto della sua tipicità, così da poter compensare i suoi disequilibri.

Di conseguenza, lo scopo non è giungere a determinare una diagnosi di uno specifico disturbo, ma considerare la complessità dei sintomi presentati per poterli curare, grazie all’impiego di un unico farmaco, che si adatti alla tipologia di costituzione del soggetto.

L’Anamnesi del Paziente: l’Approccio dell’Omeopata Unicista

Per giungere all’individuazione del principio che verrà utilizzato per curare il malessere del paziente e la molteplicità e multiformità dei suoi sintomi, è necessario mettere in campo una precisa procedura. L’anamnesi, infatti, è volta alla considerazione della persona nella sua totalità, non semplicemente dei sintomi che accusa. Deve essere accurata e approfondita, sondando nel dettaglio le caratteristiche costituzionali del soggetto per aiutarlo a indirizzarlo sulla strada che lo condurrà verso il benessere che cerca.

L’approccio dell’omeopatia classica, prevede che l’anamnesi si svolga nel contesto di un vero e proprio colloquio omeopatico, strutturato in una prima parte di ascolto, da parte del medico, del racconto del paziente, il quale illustra la sintomatologia attuale, una parte centrale in cui vengono poste osservazioni specifiche, e una parte di ricostruzione del contesto. In questa sede vengono rivolte delle domande che riguardano la storia famigliare, le abitudini relative a stile di vita, alimentazione, le condizioni psicologiche, la qualità del sonno e la sfera sessuale.

Omeopatia Unicista
Omeopatia Unicista

I Miasmi

Una volta raccolte le informazioni necessarie a delineare un quadro completo della persona che si rivolge all’omeopata, il medico passa a indagare i miasmi. Con questo termine si fa riferimento alle specifiche predisposizioni ad andare incontro a diverse malattie. Per tradizione, secondo la scienza omeopatica, queste condizioni sono tre: Psora, Sicosi e Lue.

Il primo miasma, Psora, si riferisce a tutti i sintomi ipofunzionali, ovvero che pongono l’organismo in una condizione di difetto. A livello estetico, vi possono essere delle specifiche manifestazioni direttamente riconducibili a questo miasma, ovvero eruzioni cutanee secche (ad esempio eczema o psoriasi) e orticaria con prurito. Anche a livello psicologico troviamo un corrispettivo sintomatologico, che si distingue per insicurezza generale ansia, timidezza e debolezza.

Il secondo miasma, invece, detto Sicosi, si trova ai poli opposti rispetto al primo, in quanto è indicativo di tutto quanto a livello fisico comporta una iperfunzionalità. Le manifestazioni esterne, in questo caso, prendono la forma di verruche, noduli, cisti, tutte formazioni in rilievo. Psicologicamente, il miasma si rivela in stati prevalenti di impazienza, inquietudine e tratti personologici come eccesso di ambizione e autoritarismo.

Infine, Lue, il terzo miasma, ha un carattere distruttivo che, a livello del sintomo, si rivela sotto forma di disfunzione. Le tipiche manifestazioni sono ulcera e necrosi e, psichicamente, tendenza evidente a rabbia, aggressività e ricerca di vendetta.

In ciascun individuo i tre miasmi coesistono e si evolvono in continuazione, ma nel corso della vita accade che uno predomini in modo temporaneo sugli altri due, per un determinato periodo. Il colloquio omeopatico è volto proprio all’individuazione, da parte del medico, del miasma prevalente in quel preciso momento della storia di vita del paziente.

Dal momento della determinazione dei miasmi da parte dei padri dell’omeopatia, sono stati condotti degli studi che individuano dei legami tra ciascuna costituzione e precise caratteristiche della biologia della persona, che pertanto possono essere trattate con successo grazie a un approccio psicosomatico. Le ricerche più recenti, inoltre, descrivono delle relazioni a livello endocrinologico, in modo che l’anamnesi medica possa risultare ancora più precisa e attendibile.

Quali Sono i Rimedi Unicisti e Come Funzionano

Per comprendere il funzionamento dei rimedi propri dell’omeopatia unicista, occorre partire dal presupposto che si tratti di un’operazione sartoriale: ogni paziente è una persona unica, che viene considerata in tutta la sua globalità e interezza, oltre che nella complessità in cui vengono combinati tutti i suoi sintomi. Per tale motivo, il rimedio perfetto per lui gli deve essere direttamente cucito addosso, così da adattarsi perfettamente al suo funzionamento.

Proprio nell’ottica di questa unicità, ogni sintomo viene trattato come peculiare, sia quelli attuali che quelli più lontani nel tempo. In pratica, sul paziente viene effettuato un excursus diacronico che racconti la sua unicità, al fine di poter somministrare il simillimum. Con questa espressione si indica il rimedio specifico e unico più simile al paziente che, proprio in virtù di ciò, si rivelerebbe anche il più efficace.

In caso il trattamento vada a buon fine, l’organismo riuscirà a ritrovare il suo equilibrio con la risoluzione del sintomo, che tuttavia non verrà soppresso. Infatti, il disturbo non viene considerato alla stregua della malattia, ma veicola un valore simbolico: è l’espressione del fatto che il soggetto, in quel dato momento, sta attraversando un picco miasmatico. Nonostante il sintomo possa di fatto scomparire rapidamente, ciò non significa che la persona sia guarita: se il disequilibrio non viene risolto, il malessere assumerà un’altra forma sintomatica, che potrebbe spostarsi in un distretto organico diverso.

Ma può anche accadere l’esatto opposto: è possibile che, contestualmente ai primi mesi di somministrazione del similllimum, i sintomi vengano esacerbati. In tal caso si tratta di un segnale positivo, che solitamente indica che si è giunti a trovare il rimedio corretto.

Come si Integrano Medicina Tradizionale e Omeopatia Unicista

In base alla metodologia appena descritta, appare evidente che l’omeopatia unicista funzioni seguendo una metodologia completamente diversa da quella della medicina tradizionale. Ciò non significa che queste due discipline siano necessariamente in conflitto tra loro, ma piuttosto si tratta di due approcci alternativi che possono comunque trovare un punto di connessione.

Ciò vale soprattutto se consideriamo le tempistiche nelle quali meglio si incastrano i diversi tipi di interventi: quello omeopatico predilige la fase preventiva, in cui non è ancora stato raggiunto il livello di disfunzionalità e l’organismo può essere ricondotto all’equilibrio in modo più semplice. I medicinali classici, invece, svolgono un’azione che si avvia grazie a dei principi chimici che si rivelano particolarmente efficaci anche negli stadi cronici e più avanzati della malattia, evitando che questa possa far soffrire oltre misura il paziente, nonostante non si possa fermarne il processo degenerativo.

Nonostante ciò, tuttavia, da entrambe le parti si riscontrano delle chiusure. Da un lato, la medicina ufficiale disapprova i metodi che si discostano da quello scientifico, dall’altro l’omeopatia fatica a ritagliarsi uno spazio in un mondo in cui è incredibilmente facile subire critiche inarrestabili. Tuttavia, oltre questa mancanza di apertura, i due approcci potrebbero facilmente trovare un terreno comune sul quale costruire una collaborazione, uscendo dalla reciproca pigrizia mentale che si nasconde dietro salde convinzioni ideologiche, per mantenere come punto fermo l’obiettivo che entrambe le discipline si pongono, ovvero aiutare il paziente a raggiungere il suo benessere.