Echinacea in omeopatia

Echinacea in Omeopatia: A Cosa Serve, Benefici e Proprietà

L’estratto di Echinacea, oggi, è tra i rimedi più utilizzati per alzare le difese immunitarie, ma da secoli veniva usato dai nativi americani contro le infezioni e come rimedio cicatrizzante, in quanto è in grado di contribuire alla formazione di nuove cellule.

I primi studi clinici sulla pianta risalgono al 1915, quando venne stabilita la sua funzione stimolatoria delle difese immunitarie. Da allora le ricerche non si sono mai fermate e questa pianta dalle mille risorse e proprietà si appresta a raggiungere sempre nuovi campi medici d’applicazione. La terra d’origine dell’Echinacea è il Nord America, dove cresce spontanea nei diversi territori che si estendono dal Messico alle Montagne Rocciose, quindi è una pianta che si adatta a tutte le condizioni climatiche. Oltre per il suo valore erboristico questa pianta viene coltivata anche per la sua bellezza ornamentale. Infatti in Italia è possibile trovare questa pianta officinale nelle serre e con la bellezza dei suoi fiori arricchirà qualsiasi giardino.

Cos’è l’Echinacea

Appartenente alla famiglia delle Asteracee, le qualità di Echinacee più utilizzate come piante officinali sono: Echinacea pallida, Echinacea angustifolia ed Echinacea purpurea. La pianta è un’erbacea che si presenta con un fusto alto tra 50 e 150 cm d’altezza. La vita vegetativa annuale della pianta si svolge tra la primavera e l’autunno, con il riposo vegetativo in inverno. Tra giugno e agosto la pianta è in fiore.

Facendo parte delle Asteracee il fiore assomiglia vagamente alle margherite, si presenta con un capolino ingrossato di forma conica, dove, alla base sono presenti dei lunghi petali con tonalità di colori che vanno dal bianco al rosa, virando verso il porpora. Impropriamente l’Echinacea viene considerata un fiore poiché in realtà è una pianta erbacea, ma questo le farfalle non lo sanno e, infatti, sono tra le principali impollinatrici, assieme alle api, di questa bellissima pianta.

Alcune specie sono commestibili e, appena raccolti, i fiori possono essere aggiunti alle insalate. Anche le radici di questa pianta, che hanno un forte sapore che ricorda il pepe, sono commestibili. Ma la radice dell’Echinacea è quella che in fitoterapia ha il suo più largo uso. Difatti, la radice è ufficialmente considerata una droga adattogena dalla medicina. Nel senso che è in grado di stimolare l’organismo in particolari condizioni, poiché questa pianta è appartenente alla famiglia degli immunostimolanti di origine naturale. L’uso più appropriato di questo estratto dovrebbe avvenire ai cambi di stagione, per rafforzare le difese immunitarie, proprio per ostacolare l’insorgere dei sintomi influenzali. Invece, in campo erboristico e cosmetico, sono impiegate anche le altre parti costituenti della pianta.

Proprietà e Principi Attivi

I campi d’applicazione dell’Echinacea sono tanti, infatti, è in grado di trattare i sintomi influenzali con tosse, febbre e raffreddore; le infezioni fastidiose come cistiti e candida vaginale. Tra le varie specie di Echinacea, l’angustifolia è quella che possiede delle proprietà anti-aging, inoltre, viene utilizzata per la preparazione di trattamenti contro la cellulite e le smagliature. Tra l’altro con la sua azione antinfiammatoria e lenitiva è utilizzata nei trattamenti per le pelli sensibili.

Solitamente in fitoterapia è la qualità di Echinacea purpurea ad essere utilizzata in modo preventivo, andando quindi ad alzare le difese del sistema immunitario, la qualità angustifolia, invece, è da utilizzare quando sono già presenti i sintomi.

Moltissimi studi scientifici hanno dimostrato che l’Echinacea possiede proprietà antiossidanti, antibiotiche, immunostimolanti e antivirali. L’estratto di questa pianta agisce sul sistema immunitario permettendogli di produrre tutti quegli anticorpi in grado di bloccare l’attacco da parte di virus, batteri o funghi.

La pianta viene utilizzata in fitoterapia in tutte le sue parti: radici, rizoma, foglie. I principi attivi di questa asteracea sono: flavonoidi, antociani, alcaloidi, glicoproteine, polisaccaridi, olio essenziale e i derivati dell’acido caffeico. Tra questi ultimi c’è l’Echinaceina che agisce rafforzando il sistema immunitario coadiuvata dall’azione dei polisaccaridi.

I vari principi attivi presenti in questa pianta sono fondamentali nello svolgere anche un’azione antinfiammatoria, decisivi in questo caso sono i flavonoidi: Luteolina, Kaempferolo, Quercetina, Apigenina. Un altro derivato dall’acido caffeico, l’Echinacoside possiede proprietà antibatteriche. Invece, c’è l’arabinogalattano, sempre della famiglia dei polisaccaridi, che agisce contro la formazione di cellule maligne promuovendo l’azione delle cellule che fungono da spazzini del corpo umano: i macrofagi.

Un altro derivato dell’acido caffeico è l’acido cicorico che in azione con l’Echinacoside agisce da antiossidante perché contrasta i danni dei radicai liberi, così da stimolare la produzione di collagene. Invece, le proprietà antivirali e immunostimolanti dell’Echinacea sono dovute alle glicoproteine e ai polissaccaridi. Inoltre, la proprietà antibatterica dell’Echinacea è presente nel suo olio essenziale. È bene chiarire che non tutte le proprietà attribuite all’ Echinacea sono confermate in modo ufficiale dalla medicina convenzionale.

Echinacea in omeopatia
Echinacea in Omeopatia: A Cosa Serve, Benefici e Proprietà

Come si Usa l’Echinacea in Omeopatia

Questa pianta è stata studiata da un medico botanico svedese nel XVIII secolo e classificata per la prima volta nel 1794 da un farmacista botanico tedesco. In omeopatia ogni estratto viene utilizzato in modo soggettivo su ogni paziente, il fine è curare la causa e non il sintomo, agendo dopo un’analisi sistematica del soggetto da curare e, in linea di massima si utilizzano dei principi specifici per le valutazioni basate sulle similitudini quali:

  • Si curino i contrari con i contrari, cioè, per ostacolare un disturbo si deve utilizzare un prodotto che ne contrasti gli effetti.
  • Si curino i simili con i simili, ossia, per curare una malattia si deve provocare in un soggetto un disturbo similare con un estratto omeopatico.

I farmaci omeopatici si ottengono da un processo di diluizione dei principi attivi della pianta, quindi le dosi risultano infinitesimali. Detto questo, le formulazioni più utilizzate in omeopatia di Echinacea sono le gocce e le fiale. Tuttavia, l’Echinacea estratta dalle radici o dal succo delle foglie può essere impiegata sotto forma di decotto, tintura madre, capsule e pomate.

La somministrazione di questi prodotti deve avvenire sotto consiglio di un medico omeopata. Comunque, è bene attenersi alle seguenti indicazioni: estratto secco di Echinacea, non più di due capsule al giorno lontane dai pasti; tintura madre, circa 30 gocce al giorno lontano dai pasti; decotto, 1 cucchiaio di radice in 200 ml di acqua portata ad ebollizione, poi coprire e lasciare in infusione per 10 minuti, poi filtrare e bere.

Controindicazioni

Il fatto che si tratti di un prodotto di origine naturale utilizzato in omeopatia e erboristeria non significa che si debba assumere in modo sconsiderato. Quindi anche l’Echinacea, seppur non a tutti, può provocare disturbi di natura gastrointestinali o provocare reazioni allergiche, come nel caso di chi è sofferente di eritema nodoso. Pertanto, occorre sempre consultare il medico prima di assumerla in concomitanza con altri integratori. Non si consiglia l’uso di Echinacea ai soggetti affetti da malattie autoimmuni (sclerosi multipla, AIDS, lupus, psoriasi etc.) in quanto questa agisce sul sistema immunitario, così come è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento.

Curiosità

Il nome di questa pianta deriva dalla composizione del suo fiore, che sulla sommità presenta un capolino che appare spinoso e ricorda un “echinos” che tradotto dal greco è un porcospino. In natura sono state individuate 9 diverse specie di Echinacea con 11 varietà diverse.

Gli indiani d’America hanno scoperto questa pianta vedendo degli alci che si cibavano dei fiori quando stavano visibilmente male. I nativi americani utilizzavano i fiori, le radici e i semi della pianta, applicandola in casi diversi, tra cui mal di denti, mal di stomaco, mal di testa, ferite, gonorrea e morbillo. In America questa pianta viene chiamata anche radice dell’alce.